Abbazia di Chiaravalle della Colomba
Home Page
Storia
L'Abbazia
I Monaci
Eventi e Feste
Galleria
Contatti
 
 
 
 

 Il complesso architettonico è costruito secondo lo schema classico benedettino,ripreso dai cistercensi, con le costruzioni fondamentali disposte attorno al quadrato del chiostro e la chiesa con orientamento est - ovest. L’inizio dei lavori viene posto a poco dopo il 1145; il compimento delle parti medioevali, cosi come oggi le vediamo, è scaglionato nei duecento anni successivi, dopo la distruzione di parti del cenobio monastico operata da Federico II nel 1248.

 

 

Schema Abbazia Il Chiostro La Sacrestia La Basilica Liquoreria Museo Aula Capitolare

Legenda:

1. Basilica
2. Sagrestia
3. Chiostro
4. Aula Capitolare
5. Museo
6. Liquoreria
Schema dell'Abbazia (clicca sulla mappa per visualizzare la descrizione)

 

Si ricorda che è possibile prenotare una visita guidata presso l'Abbazia, per maggiori informazioni consultare la sezione Contatti

 

[1] La Basilica

L’antica facciata, visibile nella parte alta, è preceduta dall’avamportico trecentescoe conserva la struttura a salienti e la corona degli archetti pensili dell'originario progetto in cui più tardo rosone vi si incastona armonicamente. L’avamportico, con le sue triplici luci, rafforza il carattere simbolico trinitario della pianta basilicale; sotto le sue volte, prima dell’accesso nella chiesa, si trova un’arca tombale che fu a lungo reputata sepolcro di Oberto Pallavicino, ed ora invece dei primi Abati.
L’interno, terminato agli inizi del ’200, ci mostra la vera primizia dell’architettura cistercense in Italia, dai severi caratteri borgognoni, con il gioco espressivo delle nervature e i grandi costoloni pensili. L’impianto romanico a tre navate si sviluppa in altezza secondo un precoce carattere di transizione al gotico La navata centrale è costituita da quattro grandi campate e l’edificio sacro termina con coro rettilineo e transetto. Le proporzioni sono piuttosto vaste: 65 metri di lunghezza, 20 di larghezza e oltre 20 di altezza, confermando la presenza di numerosi  monaci sin dagli anni della fondazione.  Le finestre attuali, più ampie, non corrispondono a quelle primitive. San Bernardo, nemico della «ridicula monstruositas» presenti nel bestiario medioevale, impose un'architettura essenziale, priva di sculture e di decorazioni e i capitelli con decorazioni semplicissime rispondono a questa esigenza.


Nella navata centrale è collocato l'organo della fine del Cinquescento. Le portelle d'organo esterne raffigurano l'Angelo Annunciante e la Madonna Annunciata, mentre quelle interne Re David e S. Cecilia.
Nell'arco prima del presbiterio è collocato un imponente quadro raffigurante la Madonna con S. Benedetto e S. Bernardo di Chiaravalle che riceve il latte dalla Vergine. E' il così detto Miracolo del latte.

Chiesa

Nel coro e nelle  limitrofe cappelle del transetto sono stati realizzati affreschi con finti elementi architettonici e illusioni prospettiche, fatti eseguire dall'abate Pettorelli Lalatta nel 1768. Sempre nel coro è stato collocato un affresco, staccato dall'aula capitolare durante i restauri del 1915, che raffigura la Madonna con il Bambino e S. Giovannino. Negli stipiti delle cappellette del transetto si scorgono, incassati nel muro, quattro pregevoli ritratti di santi: San Benedetto, Santo Stefano, i Santi Pietro e Paolo, e Santa Maddalena.
Dal transetto destro parte la scala che comunicava direttamente con il soprastante dormitorio dei Monaci coristi. Mentre nel transetto di sinistra, sopra la porta dei morti che immetteva nel camposanto, è raffigurato un Angelo con tromba a ricordare  che anche i morti saranno chiamati al Giudizio Finale e alla resurrezione.
Nella navata di sinistra detta del S. Rosario e di S. Bernardo, è collocata la statua di S. Bernardo e nel sottarco sono raffigurati i misteri del Rosario. E' stata recentemente collocata in questa cappella una statua della Madonna Assunta appartenente ai monaci prima della soppressione e ritrovata  casualmente. Nella navata di destra la cappella della Beata Vergine delle Grazie  con decorazioni di finte architetture, vasi e cartigli, offre ai visitatori l'affresco quattrocentesco della Madonna che allatta il Bambino proveniente dalla chiesetta parrocchiale posta oltre gli edifici della Commenda e ora trasformata in punto d'informazioni turistiche.

 

 

[2] La Sagrestia (o Sacrarium)

Mentre la Basilica si dimostra come un momento di transizione tra il romanico e il gotico nell’area padana, il Sacrarium, o luogo di conservazione delle reliquie, è il primo episodio autenticamente gotico del complesso abbaziale. Interessanti sono l’abside circolare, ed ancora di più la serie di affreschi, rimessi in luce da recenti restauri. Qui, accanto alla permanenza di alcuni stilemi bizantineggianti, irrompe l’influsso della nuova potenza monumentale giottesca. Il riquadro più importante è quello raffigurante la Crocifissione (donde il nome di «Cappella della Crocifissione») la cui complessa raffigurazione deriva probabilmente dalle riflessioni elaborate dai monaci stessi.

    Tra le reliquie qui conservate vi è ancora la preziosa teca con la «Sacra Spina», dono di Luigi IX re di Francia. Recentemente la Chiesa Collegiata di Fiorenzuola che custodisce una consistente reliquia di S. Bernardo, ne ha donato una piccola parte all' Abbazia di Chiaravalle.

 

 

[3] Il Chiostro

Lo straordinario gioiello di Chiaravalle della Colomba è il chiostro trecentesco. Culmine qualitativo del primo ciclo di lavori, ci si offre ancor oggi nell’intensa suggestione della propria strutturata bellezza: esso è l’unico conservatosi intatto in situazione extra-urbana sull’intero territorio emiliano-romagnolo. Vi sono profuse tutte le sapienze architettoniche, decorative e mistico-simboliche della mentalità fideista medioevale.

chiostro

Il suo fascino si sostiene intimamente nella «misura» raccordata di ogni parte, e soprattutto nei ritmi contrappuntati delle ventiquattro partizioni a quadrifora, delle novantasei arcatelle ogivali, delle centotrenta colonnine binate in marmo rosa di Verona, dei venti speroni a contrafforte avanzati nel cortile, e infine della vibrante cornice ad archetti e tortiglione. In questi ritmi si intersecano le complesse simbologie numerali che accompagnavano il tempo e il pensiero dei monaci.
    Il perfetto quadrato del chiostro – al quale la luce mattinale o meridiana dona stupendi effetti sul vasto registro del cotto – ci trasmette compiutamente il carattere rigoroso e gaudioso della vita monastica.
    Il percorso interno dell’anello claustrale dalla lunghezza del lato di m. 40, riserva non poche sensazioni artistiche. In apparente contrasto con le austere regole edilizie cistercensi compaiono ricche mensole di sostegno ai costoloni delle campate, bellissime colonne ofitiche (annodate come serpenti) agli angoli del porticato, capitelli figurati, e altre sculture: è il fecondo clima antelamico che si proietta evidentemente sugli esecutori, ormai più influenzati dalla cultura locale che da quella dei primi monaci francesi.
    Negli angoli interni del portico sono figure telamoniche, ossia di personaggi nell’atto di sostenere le volte. La tradizione attribuisce a tali figure il valore simbolico dell’aiuto dell’uomo a realizzare con il lavoro la casa di Dio.

 

 

[4] Il Capitolo o Aula Capitolare

Si trova nel lato orientale del chiostro e costituisce il «parlamento» della vita monastica; in esso tutti i Monaci hanno diritto di esprimere liberamente il loro parere sulle questioni riguardanti il monastero. Per questo ha una particolare importanza nella vita cistercense, e si trova in stretta vicinanza con la chiesa. Anche il suo ingresso, sotto al porticato, è sottolineato con una evidenza straordinaria: la porta e le due trifore sono arricchite da un gioco di decorazioni in cotto – veri prodigi di eleganza decorativa e di fantasia geometrica – che testimoniano l’inserimento  di Chiaravalle della Colomba (abbazia di vocazione specificamente agricola) nei circuiti culturali franco-moreschi del Medioevo maturo. Sopra il portale d’accesso si ammira un bel dipinto cinquecentesco che raffigura San Benedetto nell’atto di consegnare la Regola ai monaci bianchi.
L’interno del Capitolo e a due navate, su volte gotiche. I recenti restauri hanno ritrovato la quota originale del pavimento e rimesso in pristino le belle finestre ogivali. I due oculi circolari, piuttosto bassi, posti nella parete ad est, da cui entravano i raggi del sole al mattino, servivano per indicare il tempo di permanenza nel Capitolo.
Le due grandi trifore oggi chiuse con vetri, erano un tempo aperte e permettevano ai conversi che si fermavano nel chiostro, di ascoltare quanto dicevano i monaci, senza però poter intervenire, da qui l'affermazione "non aver voce in capitolo"

 

 

[5] Parlatorio, scala e Museo

Le due porte che si aprono nelle ultime campate del lato est indicano l'accesso all'antico parlatorio e alle scale per arrivare al dormitorio dei monaci. Il parlatorio era il luogo in cui ai monaci, dopo il capitolo, venivano assegnati gli incarichi di lavoro per la giornata.
Il dormitorio al primo piano ha subito modifiche nelle coperture e attualmente serve da Museo e sala per  incontri. Attualmente  è allestita  una presentazione dell’Ordine Cistercense e la storia dell’Abbazia di Chiaravalle della Colomba. Degno di nota è anche il presepe artistico animato.
Il museo è accessibile liberamente dal chiostro a fianco della sala Capitolare durante gli orari di apertura dell'Abbazia.

 

 

[6] Refettorio e Liquoreria

(ex Calefactorium)

Lungo il percorso del portico claustrale, nel lato sud, si incontra l’accesso al Refettorio. Il luogo è segnato da un’ampia apertura verso il cortile e dai grandi capitelli a corona che raffigurano, quello di destra, la Madonna, il Bambino e apostoli e quello di sinistra  scene simboliche che ricordano al monaco il controllo della gola. Nel cortile si sporgeva il Lavabo, dove i monaci processionalmente si lavavano le mani, prima di entrare alla mensa.
Segue l’ingresso al Calefactorium, che era un ambiente riscaldato da un grande camino (ancor oggi visibile), dove i monaci andavano a meditare e a leggere nei giorni particolarmente freddi e giunto a noi nell'aspetto secentesco.

Oggi vi è ospitata la Liquoreria del monastero, dove si possono acquistare specifici prodotti per la salute, elaborati secondo criteri non industriali dalla comunità religiosa locale.

 

Sito realizzato a cura del Centro Culturale "Enrico Manfredini" di Chiaravalle della Colomba. Facebook